mercoledì 6 ottobre 2010

"AFFIDI CRESCIUTI DEL 60%"


Intervista a Raffaele Tangorra, direttore generale per l'inclusione e gli Affari sociali del ministero del Lavoro.

Su 32 mila minori senza famiglia, 15 mila minori crescono nelle case famiglia? Non sono troppi?

R: Si, ma bisogna considerare che la pratica dell'affido familiare è cresciuta del 60per cento negli ultimi 10 anni. Se nel 1987 i minori affidati erano 9 mila, nel '97 erano a quota 10 mila, oggi abbiamo raggiunto 16 mila.

Le case famiglia funzionano meglio degli orfanotrofi?

R: La differenza formale tra le due strutture è nel numero. Si considerano case famiglia quelle con meno di 12 bambini. Il monitoraggio su cosa siano diventati gli ex orfanotrofi non è semplice, perchè non ci sono normative nazionali che stabiliscano i parametri. Gli standard vengono fissati a livello regionale e comunale.

Esiste anche un grosso problema di finanziamenti alle casa famiglia. Il governo aumenterà i fondi?

R: Il fondo nazionale che l'amministrazione centrale destina alle Politiche sociali nel complesso non supera il miliardo di euro, spartito fra tutte le regioni. Il totale della spesa sociale nazionale è invece di 6 miliardi, quindi la maggior parte delle risorse arrivano da Regioni e Comuni. E anche il modo in cui vengono utilizzate e ripartite è di competenza locale.


Valeria Bobbi
per MetroNews, 28/09/10

Senza famiglia 32mila minori


2010-09-28 15:55:26

Gli orfanatrofi sono chiusi, ma la metà dei ragazzi abbandonati vive ancora in struture di accoglienza.

In Italia sono 32 mila i minori che vivono al di fuori della famiglia, vittime di incuria, abbandono, maltrattamenti e violenze. Di questi oltre 15 mila sono affidati a strutture di accoglienza. L'incidenza media è di circa 1 minore affidato ogni mille. Nell'80% dei casi l'affidamento è disposto dal Tribunale dei Minori. I minori stranieri rappresentano il 14% del totale di quelli affidati alle strutture di accoglienza.

Sono i dati denunciati dalla Fondazione L'Albero della Vita Onlus, che ha inaugurato ieri la Campagna di raccolta fondi “Emergenza minori - L'infanzia negata”, un'iniziativa mediatica che ha l'obiettivo di sensibilizzare sul tema dell'infanzia e raccogliere fondi a sostegno dei progetti, nazionali e internazionali, a favore dei minori che vivono in gravi condizioni di disagio. La buona notizia è che gli orfanotrofi fanno ormai parte della storia dell'Italia.
Dallo scorso novembre, sul nostro territorio non esiste più alcun istituto vecchio stampo, luoghi spersonalizzanti e freddi che hanno accolto e fatto crescere nel passato i bambini senza famiglia. Un percorso cominciato nel 2001, con l'approvazione di una legge ad hoc sull'abolizione degli orfanotrofi, quando in istituto c'erano ancora 7 mila bambini.

http://www.metronews.it/news-italia/senza-famiglia-32mila-minori-2.html?Itemid=30457

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venerdì 1 ottobre 2010

Separati e senza soldi? Ai nipoti pensino i nonni



La Suprema Corte
La Cassazione precisa che, in caso di separazione dei genitori, i bambini devono essere mantenuti dai nonni, però soltanto se entrambi
i genitori sono indigenti.



Una madre può pretendere denaro dagli ex suoceri se il suo ex marito non adempie all’obbligo del mantenimento dei bambini. Però la donna deve essere priva di fonti di reddito. I nonni infatti si possono chiamare in causa solo se entrambi i genitori sono al verde. Lo ha ribadito la Cassazione in una sentenza, rigettando il ricorso di una donna, laureata e proprietaria di ville, che pretendeva dagli ex suoceri un assegno per mantenere il bambino nato dal matrimonio con il loro figlio. Un uomo che era sempre stato inadempiente all’obbligo di mantenere il piccolo.

Obbligo dei genitori

La Suprema Corte (prima sezione civile, sentenza n.20509) ha ricordato che l’articolo 147 del codice civile impone ai genitori l’obbligo di mantenere i propri figli e che “tale obbligo grava su di essi in senso primario ed integrale, il che comporta che se uno dei due non voglia o non possa adempiere, l’altro deve farvi fronte con tutte le sue risorse patrimoniali e reddituali e deve sfruttare la sua capacità di lavoro, salva comunque la possibilità di agire contro l’inadempiente per ottenere un contributo proporzionale alle sue condizioni economiche”. In questo caso la signora, avendo possibilità economiche, non poteva “rifarsi” sui genitori del suo ex marito.


http://city.corriere.it/2010/10/01/milano/i-fatti/separati-senza-soldi-nipoti-pensino-nonni-30896120662.shtml