lunedì 30 marzo 2009

C'era una volta...


"C'era una volta una famiglia: papà, mamma e un bel bambino. Ma un giorno..."

Iniziano così la maggior parte delle storie che finoscono nelle aule dei Tribunali. Quello del genitore sono convinta che sia un compito difficile e scagli la prima pietra chi si ritiene un genitore perfetto!

Una coppia di mia conoscenza ha in affido un adolescente e, nel contempo, ha un pessimo rapporto con la figlia naturale tanto da esercitarle violenza fisica. Come vedi, nessuno è perfetto!
Certo, ci sono casi e casi, starai pensando, ma quanta capacità analitica possiedono queste persone che decidono CHI deve andare in affido e CHI è idoneo ad esercitare il ruolo di affidatario?

Di certo, dopo anni in cui ne ho viste delle belle (si fa per dire...) una cosa posso affermare con certezza: non soltanto le assistenti sociali ma anche gli psicologi non sono in grado di accorgersi se una persona mente.

Se colui o colei che mente si mette sulla difensiva ed ha la capacità di non cadere in contraddizione, questi professionisti non sono in grado di accorgersi che non stia dicendo la verità. Occorrerebbe per questo la macchina della verità...e i servizi sociali devono basarsi soltanto a ciò che sentono e al loro intuito...e chissà, magari alla semplice "simpatia o antipatia"...?

Attendo commenti in merito...

domenica 29 marzo 2009

Colpiti dall'ingiustizia già da Bambini


Quanti sono in Italia i minori sottratti alle loro famiglie e colpiti dall'ingiustizia già da bambini?
In un fonte ho letto 40.000. TROPPI, davvero troppi! Famiglie distrutte e le cronache denunciano soltanto alcuni di questi casi al momento del "fattaccio", poi non se ne sa piu' nulla.
Ma che fine fanno questi bambini, dove vivono, COME vivono? Quanto tempo rimangono rinchiusi in questi centri o case-famiglia, che di famiglia hanno solo le mura domestiche?

Non si sa...Per esperienza posso dire, innanzitutto, che gli stessi Servizi Sociali che hanno provveduto allo sradicamento affettivo, fisico e scolastico del bambino in una comunità "protetta", ovvero un posto sperduto e lontano dalla famiglia (si sa mai che il minore voglia fuggire...) insieme ad altri bambini che stanno peggio di lui...

Dicevo, questi Servizi Sociali sottopongono ai genitori naturali del bambino diversi documenti da firmare con la minaccia che, se non acconsentiranno, li si metterà in cattiva luce col Tribunale dei Minori che provvederà a dare il consenso, limitando magari in futuro la patria potestà dei genitori sul bambino.

In caso di mancanza di patria potestà dei genitori è intuibile che i Servizi Sociali agiscono scavalcandoli.

Tali documenti includono: i permessi per somministrare farmaci (parlano di Tachipirina, ma sarà così?), per effettuare visite specialistiche compresa quella neuropsichiatrica, la completa gestione sulla scuola del bambino, il trattamento dei dati personali, ecc, ecc...

Tanto, anche se i genitori non firmano, peggio per loro! Il Tribunale dei Minori darà il consenso e sarà un punto negativo a loro sfavore...

Ciò che sconcerta è l'onnipotenza dei servizi sociali che sanno di avere un grande potere nelle decisioni, forse anche superiore a quello dei giudici minorili.

sabato 28 marzo 2009

Giù le Mani dai Bambini



"Giù le Mani dai Bambini" è il più rappresentativo Comitato italiano con focus sui disagi dell'infanzia: raggruppa oltre centosessanta tra Università, Ordini dei Medici, associazioni genitoriali, socio-sanitarie e di promozione sociale, le quali rappresentano tramite i propri iscritti oltre 8 milioni di italiani.

La scommessa è stata quella di aggregare in un comune tavolo di lavoro realtà delle più differenti estrazioni e sensibilità, non necessariamente del settore pediatrico, le quali si sono impegnate a mettere a disposizione una quota del proprio tempo e delle proprie risorse ogni anno al fine di sostenere progetti e campagne sociali a favore dell'infanzia, ed in particolare a favore dei bambini italiani: non l'infanzia lontana - che pure merita la massima attenzione - ma il bimbo che soffre dietro la porta accanto alla nostra. Il Comitato lavora dandosi precise priorità a breve termine, perchè occuparsi di infanzia "sui generis" non è produttivo: voler far tutto, equivale a non fare poi nulla di concreto.

"Giù le Mani dai Bambini" si sta quindi impegnando in questi anni in un grande progetto nazionale di informazione/formazione - del quale qui sotto trovate un accenno - che in soli due anni è diventato la più visibile campagna di farmacovigilanza per l'età pediatrica mai avviata in Italia.

http:www.giulemanidaibambini.org

Associazione "Io Sò Carmela"


L'Associazione Io sò Carmela nasce dall'impegno di Alfonso Frassanito (presidente) per l'esigenza di ricevere giustizia per sua figlia Carmela, morta suicida a soli 13 anni e per aiutare anche tutti coloro che stanno vivendo la sua stessa esperienza.

In questo video la storia di Carmela in sintesi...




In attesa che l'iter burocratico della petizione "Controlliamo i controllori", che si prospetta abbastanza lungo come qualsiasi altra iniziativa volta a riformare delle Istituzioni Pubbliche, abbia il suo corso, hanno messo in pratica lo "Sportello sociale per minori e famiglie" in questa maniera:

- Attivazione di un numero verde per offrire a chiunque la possibilità di contattarci senza alcuna spesa e da ogni parte d'Italia ;
- Costituzione di equipe di professionisti dislocate sul territorio che si occupino delle problematiche per le quali viene richiesto il nostro aiuto, che siano esse legali, mediche, psicologiche, sociali e di qualsiasi altra natura;
- Fornire attività di mediazione familiare, sia nei casi in cui i minori siano già in istituti e/o comunità sia nei casi in cui siano ancora nel nucleo familiare in difficoltà;
- Tutelare i diritti dei minori ospitati in comunità di qualsiasi tipo e genere soprattutto laddove la famiglia originaria del minore stesso ritiene che tali diritti non vengano tutelati;
- Fungere da tramite tra il minore e/o la famiglia accompagnandoli e tutelandone i loro diritti durante tutto il percorso che li vedrà costretti a rivolgersi ai servizi sociali pubblici.

Tutto quanto sopra descritto sarà fornito ai minori ed alle loro famiglie in maniera totalmente gratuita.
Per tutto quanto sopra descritto, dicono, "...noi non percepiamo alcuna retta da qualsivoglia ente pubblico
.

Il nostro è un progetto molto importante ed impegnativo e per realizzarlo, vista l'indifferenza e soprattutto la colpevole lentezza della burocrazia italiana, richiede un notevole impiego di risorse sia umane che economiche e materiali.
Noi il nostro lo stiamo mettendo, da soli riusciremo ad aiutare e sostenere ben pochi bambini e ben poche famiglie, ci affidiamo anche alla tua sensibilità per riuscire a dare un sorriso al maggior numero possibile di bambini e famiglie.
Puoi sostenere questo nostro progetto anche con un solo euro, e per Pasqua sarai consapevole di aver contribuito a rendere più civile e rispettoso dei diritti dei bambini e delle famiglie questo nostro Paese.

A tutti coloro che contribuiranno a questa iniziativa, invieremo gratuitamente il rapporto sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza in Italia relativo al biennio 2007/2008 realizzato da Save the Children."...

http://www.iosocarmela.net/

DUE BIMBI ITALIANI SU ATOMOXETINA PROGETTANO IL SUICIDIO: L’AIFA TACE



In Italia, due bimbi in terapia per ADHD cui veniva somministrata atomoxetina (Strattera ®) hanno manifestato idee suicidarie. Nonostante l’attenzione dell’opinione pubblica sul tema psicofarmaci e bambini, l’Agenzia Italiana del Farmaco non ha ritenuto di informare tempestivamente la cittadinanza. Poma (Giù le Mani dai Bambini): “Incomprensibile silenzio, l’agenzia avrebbe dovuto emettere sollecitamente un comunicato, ma nessuno è stato informato di questi gravi fatti, d’interesse soprattutto per le famiglie con figli in cura con queste molecole”. Lo Strattera® nuovamente sul banco degli imputati: in Inghilterra nel periodo di monitoraggio 130 tentativi di suicidio.


Roma – A pagina sette dell’ultimo numero del “Bollettino di farmacovigilanza AIFA” l’Agenzia Italiana del Farmaco informa circa le idee suicidarie di due bambini, una bimba piemontese di 9 anni, ed un bimbo sardo di 10 anni. Entrambi i minori erano in trattamento nel 2008 con atomoxetina (nome commerciale “Strattera”®, psicofarmaco prodotto dalla multinazionale farmaceutica Eli Lilly), la bimba da sette mesi ed il bimbo da dieci mesi. Il bambino è stato ricoverato in ospedale con diagnosi di “agitazione psicomotoria ed ideazione suicidaria”, e successivamente dimesso dopo una terapia specifica, mentre per quanto riguarda la bambina non vi sono attualmente notizie circa l’esito finale della vicenda. “E’ sconcertante – ha commentato Luca Poma, giornalista e Portavoce nazionale di ‘Giù le Mani dai Bambini’, il più rappresentativo comitato italiano per la farmacovigilanza pediatrica – che l’agenzia del farmaco non abbia emesso un comunicato nell’immediatezza del fatto, al fine di informare la cittadinanza, ma renda noto ciò che accaduto solo mesi e mesi dopo: lo Strattera è – purtroppo – lo psicofarmaco più utilizzato in Italia per sedare i bambini troppo agitati e distratti, nonostante siano noti i gravi profili di rischio di questa molecola. Ritengo che l’AIFA avrebbe dovuto, nel rispetto della privacy delle due famiglie coinvolte, permettere agli altri genitori di maturare scelte equilibrate al riguardo, conoscendo pro e contro di questi trattamenti”. In un documento dell’agenzia di controllo sanitario inglese (British Medicines and Healthcare Regulatory Agency) reso noto su richiesta del giornalista investigativo svedese Janne Larsson, si riportavano già a fine 2005 ben 130 rapporti su tentativi di suicidio da parte di pazienti trattati con Strattera®, oltre a 760 rapporti per problemi cardiaci, 172 rapporti per danni al sistema epatico e circa 20 rapporti per suicidi effettivi. Il colosso farmaceutico Eli Lilly in origine cercò senza successo di far approvare Strattera® dalla Food & Drug Administration USA come antidepressivo, per poi riciclarlo come trattamento per l’Adhd, la Sindrome di Iperattività e Deficit di Attenzione, con significativi profitti finanziari (circa 665 milioni di dollari di giro d'affari annuo). Da allora, si sono succeduti diversi avvisi urgenti della FDA relativi alla potenziale induzione al suicidio dell’atomoxetina, qualora somministrata ad organismi in via di sviluppo, ma la molecola non è mai stata rimossa dal mercato. L’AIFA, nel rapporto sui due bambini italiani che hanno maturato progetti suicidari, dichiara anche che “l’insorgenza di ideazione suicidaria sembra essere significativamente più frequente nei bambini in terapia con atomoxetina”. “E’ incomprensibile il motivo per cui – ha concluso Poma – nonostante le ormai conclamate evidenze di pericolosità di questo psicofarmaco, riconosciute anche dall’AIFA, l’organismo di controllo non intervenga chiedendo all’Agenzia Europea del Farmaco un’immediata revisione dell’autorizzazione al commercio di questa molecola, come già sollecitato anche in più occasioni da esponenti del nostro Parlamento”.

http://blog.libero.it/Iosocarmela/?nocache=1238273103

venerdì 27 marzo 2009

La madre della giovane suicida: "La sua morte non sia inutile"



Le era stato tolto il figlio dal tribunale dei minori, la mamma: "Il sistema deve cambiare". Su internet un sito per aiutare le persone con le stesse difficoltà

Porto Tolle, 3 ottobre 2008

Per i familiari di V.B., la donna che si è suicidata martedì notte, a Donzella di Porto Tolle, ieri è stato il giorno del dolore e del silenzio. Dopo che la 26enne, originaria di Villanova di Bagnacavallo, nel Ravennate, si è tolta la vita non sopportando più la separazione dal proprio bambino, i familiari attendono giustizia.

Era stata proprio la madre di V.B., ieri, a raccontare ai giornali il calvario della figlia. Di come le fosse stato tolto il suo bambino e di come la ragazza fosse caduta in depressione. Tanto da giungere al suicidio. La madre di V.B. aveva anche attaccato il Tribunale dei Minori: "Istituzione vecchia- aveva detto- che va cancellata"

La storia era iniziata nel 2002: V.B, residente a Villanova di Bagnacavallo, dà alla luce un bimbo all’ospedale di Lugo. Il padre naturale lo riconosce solo dopo la nascita e dopo l’accertamento del Dna. Il bimbo vive con la mamma e la nonna Loretta, che gestiscono un bed & breakfast nella loro abitazione di Villanova, mentre il padre, che fa il facchino, vive con la propria famiglia d’origine.

Nel 2003 il padre d invia al Tribunale per i minori di Bologna richiesta di affidamento del figlio, affermando che il bambino vive in un ambiente inaffidabile. La madre risponde con una denuncia per calunnia, ma il figlio viene affidato al padre. Nel 2004, i due genitori vengono convocati dal Tribunale dei minori che emette un decreto in cui si dispone che ‘i servizi sociali ‘vigilino sulla situazione, fornendo sostegno ed indicazioni educative’.

Nel settembre 2005 lo stesso Tribunale conferma l’affidamento del piccolo alla famiglia paterna, La mamma va in crisi tanto che nell’ottobre 2005 il Dipartimento di Salute Mentale di Lugo inizia a seguirla per problemi di carattere psicologico, che nel 2006 definisce ‘disagio psicologico espresso con ansia e angoscia di non avere il figlio con sé’.

Nel maggio 2006, viene confermata la collocazione del bambino presso il padre, sia ‘per le condizioni di salute della madre sia per gli interventi attuati dalla nonna materna, che avrebbe verso il nipote un attaccamento eccessivo’.

Madre e nonna presentano ricorso e nel 2006 si incatenano davanti al Tribunale dei Minori di Bologna. Ma non c’è nulla da fare, e alla fine del 2007 le visite che la mamma può fare al bambino vengono sospese, poi ripristinate, ma con la presenza della sola madre e di assistenti sociali addette al controllo, mentre la nonna materna viene esclusa da queste visite.

Per mercoledì scorso era fissato un incontro con i dirigenti dei servizi sociali per chiedere maggiori visite della madre. Ma nel frattempo era arrivata la notizia del suicidio e tutto era precipitato.
"E’ giusto che tutti sappiano, in modo che qualcuno ci aiuti a cambiare le cose. Solo così - aveva detto ieri la madre di V.B.- il suo sacrificio non sarà inutile".


http://ilrestodelcarlino.ilsole24ore.com/rovigo/2008/10/03/122608-madre_della_giovane_suicida.shtml

Le tolgono la nipote e tutto il quartiere scende in strada



TORINO 24/03/2009 - Prima di chiudere la valigia, Jolanda Izzo si è premurata di sistemare sopra i vestiti anche un peluche. Un coniglietto grigio, il preferito dalla nipotina. «Chissà quando rivedrò la mia bambina - singhiozza -, chissà quando potrò portarle questi vestiti. Gli assistenti sociali me l’hanno portata via per sempre, me l’hanno rapita».


Davanti al suo portone si sono raccolte almeno centocinquanta persone. Urlano a gran voce il nome di Sara, nove anni, strappata ai nonni da una sentenza del Tribunale dei Minori, eseguita esattamente una settimana fa sotto gli occhi dei compagni di scuola.«Pretendiamo che i giudici valutino nuovamente il caso, i nonni di Sara sono persone stupende. In questi anni non le hanno fatto mai mancare niente, non meritano di vedersi portata via la nipotina». A parlare sono i genitori degli allievi della scuola elementare Marthin Luther King, scesi in strada per testimoniare la propria solidarietà alla famiglia. Pronti a tornarci per una fiaccolata, il prossimo venerdì sera. «La bambina è stata portata via dalla classe senza che nessuno avvisasse i nonni di quanto accadeva - continuano -. I suoi compagni sono rimasti terrorizzati e lo sono ancora. La famiglia, dopo tutto quello che ha passato, non merita anche questa coltellata».La revoca dell’affidamento di Sara è stata un fulmine a ciel sereno per tutti. Un provvedimento d’urgenza che ha stravolto la vita di Lorenzo e sua moglie Jolanda.


Un’altra volta. Dopo che nel 2007, la loro unica figlia, Anna, fu indagata per il tentato omicidio della madre. A proteggere Sara da quel dramma, dalla tossicodipendenza della mamma per cui già avevano chiesto l’affidamento e ottenuto la tutela, hanno provveduto loro. «Sono altre storie, quelle - dicono i nonni -. La relazione presentata dagli assistenti sociali non parla di noi, Sara è una bambina felice e noi l’amiamo come una figlia. Come possono parlare di inadeguatezza, di carenze igieniche e tutto il resto?». Le parole della sentenza emessa dal Tribunale dei Minori, che ha disposto l’affidamento della bambina ad una comunità protetta, pesano come macigni.


«Chiederemo la sospensione in via d’urgenza del provvedimento e presenteremo ricorso in Corte d’Appello - spiega l’avvocato Davide Diana - è una decisione gravemente lesiva per la minore, difficile da comprendere». La relazione dei servizi sociali non lascia spazio a molte interpretazioni. «Le dinamiche relazionali - si legge nel documento - non hanno permesso, finora, alla bambina di costruire un’identità differenziata e una struttura di personalità in grado di sviluppare le potenzialità di base».


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