venerdì 10 dicembre 2010

La Sindrome della Madre Malevola


Se una coppia con figli oggi decide di separarsi davanti a un giudice presenta, in allegato all’istanza, un “progetto educativo genitoriale” con la ripartizione dei compiti e dei capitoli di spesa assegnati a ciascun genitore (l’interesse economico non può mancare!).

Il motivo di tale “progetto educativo genitoriale” è che il minore, possa continuare a vivere con ciascun genitore indipendentemente dal rapporto che i suoi genitori hanno tra loro perché “devono saper distinguere la relazione di coppia dalla loro relazione genitoriale”.

Se uno dei due genitori ostacola la frequentazione del figlio con l’altro genitore o lo scredita ai suoi occhi, può essere escluso dall’affidamento.

Quale mezzo migliore per far sì che l’esclusione possa avvenire?

Detto fatto, la soluzione è arrivata da uno psicologo americano che ha fatto la sua notorietà, oltre che la sua fortuna, pubblicando da sé i libri che scriveva e vendendo a caro prezzo le sue consulenze a favore dei padri nelle cause per l’affidamento dei figli.

Questo psichiatra di nome Richard Gardner oramai noto a molti, ha coniato una cosiddetta “sindrome” della “madre malevola” e il nome non mi sembra scelto a caso!

Infatti, sebbene molti padri screditino le madri agli occhi dei loro figli, non subiscono alcun ché di punizione semplicemente perché si tratta di un pregiudizio esclusivamente nei confronti delle madri.

La cosiddetta “Sindrome della Madre Malevola” o PAS o “Sindrome di Alienazione Genitoriale”, conosciuta insomma in diversi nomi, colpisce le madri le quali vengono allontanate dai loro figli, anche quando i padri hanno comportamenti scorretti e discutibili, violenti o abusanti nei loro confronti, partendo dal presupposto che esse ricorrano alle denunce per ottenere l’affidamento esclusivo dei figli minori.

Questa “sindrome” ha lo scopo di togliere i diritti a madri e bambini, a far si che non possano più difendersi dalle violenze, oltre che a smantellare i consultori e i centri antiviolenza nei quali essi si rifugiano, sostituendoli con i centri di mediazione familiare dei padri separati, perfettamente in linea con la loro ideologia, ovviamente!

In molti conosciamo purtroppo la “simpatia” che Gardner nutriva per i pedofili.

Sue sono le frasi: “L’abuso sessuale non è necessariamente traumatico, ciò che renderà traumatiche le molestie sessuali è l’atteggiamento sociale verso questi incontri”;
“Particolare attenzione deve essere presa nel non allontanare il figlio dal padre che lo ha molestato”;
“Il bambino deve essere aiutato a comprendere che noi abbiamo nella nostra società un atteggiamento esageratamente punitivo e moralista sugli incontri sessuali fra un bambino e un adulto”;
“La madre deve essere aiutata a capire che nella maggior parte delle società nella storia del mondo, tale comportamento è stato onnipresente”; e così via…


Prima che Gardner si suicidasse, una giornalista gli domandò: “Che cosa deve fare una madre quando il figlio le confida di essere stato abusato dal padre?” Egli le rispose: Deve dirgli “Non dire nulla di tuo padre o ti picchio”!

Le teorie di Gardner, sono accettate e applicate da molti professionisti che si occupano delle cause familiari e sono quanto di più irrispettoso e fazioso possa esistere nei confronti delle madri e di perverso riguardo agli abusi sui minori! In Italia tutto questo è relativamente nuovo e ne stiamo già constatando le conseguenze nefaste nelle vite delle madri e dei bambini.

I figli, che non hanno voce in capitolo riguardo al loro affidamento, non possono scegliere di voler vivere con la madre perché equivarrebbe a essere etichettati come “manipolati” da lei!

La sindrome di Gardner non è stata riconosciuta scientificamente e, anzi, gli Stati che l’hanno già conosciuta e adottata prima di noi (America, Spagna, Francia, Inghilterra, ecc..) ne hanno denunciato la pericolosità e dannosità.

Le vittime di quest’assurda teoria non si contano più...

Alcuni bambini, allontanati dal genitore protettivo e costretti a vivere col genitore abusante, divenuti grandi, stanno parlando con la speranza che tutto questo non accada nel mondo ad altri bambini e alle loro mamme.

E lo speriamo anche noi, come speriamo che molte madri ricevano le giuste informazioni sui cambiamenti che sono avvenuti in questi ultimi anni riguardo all’affidamento dei figli minori.


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giovedì 9 dicembre 2010

La Legge dei Padri



Sembra lontano oramai il tempo in cui i figli, nelle cause di separazione, erano affidati alle sole madri, anche se, ancora oggi, alcuni padri separati lamentano il fatto che alcuni giudici non applichino la Legge 54/06 sull’Affido Condiviso.

A dire il vero, ancor prima che tale legge fosse approvata, esisteva l’affido congiunto per quei coniugi che lo richiedevano insieme, in base alla normativa sul divorzio del 1970.

Prima del 2006, l’affido esclusivo a un solo genitore (di solito la madre) era una regola che limitava, di fatto, l’esercizio della potestà genitoriale dell’altro genitore “non affidatario”.

Alcune mamme, in passato, abusavano di questa sorta di “potere” concesso loro dalla Legge per ricattare sul piano affettivo ed economico i padri dei loro figli (oltre che ex mariti).

Ho rispetto per quei padri che, nonostante tutto (ho un parente che vive questa situazione) non hanno mai perso di vista il loro primario interesse: il benessere dei loro figli, non sottraendosi mai alle loro responsabilità affettive, educative ed economiche e non usandoli contro le loro ex consorti.

Naturalmente sto parlando dei padri meritevoli, un discorso a parte meritano i padri violenti o abusanti.

Sono convinta che, chi non nutre un vero interesse verso il proprio figlio, cerca ogni piccola scusa per sottrarsi alle sue responsabilità genitoriali (in primis quello economico!) e rifarsi un’altra vita.

Con l’introduzione del concetto di bigenitorialità voluto dai padri separati, solo ideologicamente le cose sono migliorate. Stando a questo concetto, infatti, "i figli continuano a vivere in modo alternato con ciascun genitore, mantenendo rapporti equilibrati con entrambi i genitori" anche dopo che essi si sono separati.

Sarebbe perfetto, se non fosse che…

Di solito una coppia, quando si lascia, lo fa perché è in conflitto.

Domando: E’ il bambino che deve mantenere un “equilibrio” tra i genitori separati? Come possono due genitori che non vanno più d’accordo, riuscire a giungere a compromessi nell’interesse del figlio senza coinvolgerlo nelle loro liti? Se sì, quanti sono in percentuale i genitori che ci riescono?

Io la vedo dura, non perché sono pessimista o catastrofista, ma perché troppo spesso, a prevalere nelle discussioni non è il buon senso che avrebbe fatto certamente da collante “prima” e avrebbe tenuto unita la coppia.

L’unico motivo per cui l’Affido Condiviso, secondo la L.54/06, non può essere applicato, è “quando il comportamento dell’altro genitore nei confronti del figlio è contrario all’interesse del minore stesso.
In questo caso, a essere limitata sarà soltanto la frequentazione ma non la capacità genitoriale di quel genitore”.

E ancora.

“La tenera età del minore, la lontananza fisica dei due genitori, la loro conflittualità (“se essi non si comportano in modo contrario all’interesse del figlio”), non sono considerati validi motivi per l’affidamento a un solo genitore”.

Qui mi sorgono altri dubbi…

In conformità a questi presupposti, un giudice può affidare un figlio a un solo genitore soltanto per motivi “gravi”. Dunque, per quale motivo a tale genitore debba essere preclusa la frequentazione del figlio ma gli si debba dare la possibilità di prendere decisioni importanti riguardanti la sua vita?

Per quanto riguarda la tenera età, invece, i neonati hanno un estremo bisogno del contatto della loro mamma e i papà che amano i loro figli, possono pazientare per qualche mese prima di pretendere di tenerli con sé per tante ore!

La conflittualità tra due genitori, anche se “singolarmente non si comportano in modo contrario all’interesse del figlio”, può essere dannosa alla crescita della prole, come avviene ad esempio quando i bambini assistono a scenate violente, a danneggiamenti o a comportamenti persecutori da parte di un genitore nei confronti dell’altro.

Secondo me, non si può applicare la stessa legge indistintamente a tutte le coppie che si presentano davanti al giudice della separazione.

Se le intenzioni di chi ha promosso la Legge sull’Affido Condiviso erano buone (…tutela essenzialmente la figura paterna!), non lo sono altrettanto quelle di quei padri che oggi la usano per fare la guerra alle loro ex mogli, traumatizzando i loro bambini.



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