venerdì 27 marzo 2009

La madre della giovane suicida: "La sua morte non sia inutile"



Le era stato tolto il figlio dal tribunale dei minori, la mamma: "Il sistema deve cambiare". Su internet un sito per aiutare le persone con le stesse difficoltà

Porto Tolle, 3 ottobre 2008

Per i familiari di V.B., la donna che si è suicidata martedì notte, a Donzella di Porto Tolle, ieri è stato il giorno del dolore e del silenzio. Dopo che la 26enne, originaria di Villanova di Bagnacavallo, nel Ravennate, si è tolta la vita non sopportando più la separazione dal proprio bambino, i familiari attendono giustizia.

Era stata proprio la madre di V.B., ieri, a raccontare ai giornali il calvario della figlia. Di come le fosse stato tolto il suo bambino e di come la ragazza fosse caduta in depressione. Tanto da giungere al suicidio. La madre di V.B. aveva anche attaccato il Tribunale dei Minori: "Istituzione vecchia- aveva detto- che va cancellata"

La storia era iniziata nel 2002: V.B, residente a Villanova di Bagnacavallo, dà alla luce un bimbo all’ospedale di Lugo. Il padre naturale lo riconosce solo dopo la nascita e dopo l’accertamento del Dna. Il bimbo vive con la mamma e la nonna Loretta, che gestiscono un bed & breakfast nella loro abitazione di Villanova, mentre il padre, che fa il facchino, vive con la propria famiglia d’origine.

Nel 2003 il padre d invia al Tribunale per i minori di Bologna richiesta di affidamento del figlio, affermando che il bambino vive in un ambiente inaffidabile. La madre risponde con una denuncia per calunnia, ma il figlio viene affidato al padre. Nel 2004, i due genitori vengono convocati dal Tribunale dei minori che emette un decreto in cui si dispone che ‘i servizi sociali ‘vigilino sulla situazione, fornendo sostegno ed indicazioni educative’.

Nel settembre 2005 lo stesso Tribunale conferma l’affidamento del piccolo alla famiglia paterna, La mamma va in crisi tanto che nell’ottobre 2005 il Dipartimento di Salute Mentale di Lugo inizia a seguirla per problemi di carattere psicologico, che nel 2006 definisce ‘disagio psicologico espresso con ansia e angoscia di non avere il figlio con sé’.

Nel maggio 2006, viene confermata la collocazione del bambino presso il padre, sia ‘per le condizioni di salute della madre sia per gli interventi attuati dalla nonna materna, che avrebbe verso il nipote un attaccamento eccessivo’.

Madre e nonna presentano ricorso e nel 2006 si incatenano davanti al Tribunale dei Minori di Bologna. Ma non c’è nulla da fare, e alla fine del 2007 le visite che la mamma può fare al bambino vengono sospese, poi ripristinate, ma con la presenza della sola madre e di assistenti sociali addette al controllo, mentre la nonna materna viene esclusa da queste visite.

Per mercoledì scorso era fissato un incontro con i dirigenti dei servizi sociali per chiedere maggiori visite della madre. Ma nel frattempo era arrivata la notizia del suicidio e tutto era precipitato.
"E’ giusto che tutti sappiano, in modo che qualcuno ci aiuti a cambiare le cose. Solo così - aveva detto ieri la madre di V.B.- il suo sacrificio non sarà inutile".


http://ilrestodelcarlino.ilsole24ore.com/rovigo/2008/10/03/122608-madre_della_giovane_suicida.shtml

Nessun commento: