sabato 11 settembre 2010

INCREDIBILE DELITTO COMMESSO A UNA GIOVANE MAMMA ITALIANA


E’ stata rapita una bambina neonata alla madre che l’aveva da poco partorita perché la stessa aveva rifiutato di abortire, come le autorità locali le avevano chiesto.

Questa notizia è stata data oggi, 10 settembre 2010, dalla televisione di Stato, accreditandola e giustificando il rapimento a causa della mancanza di mezzi per il sostentamento della figlia.

Questo episodio dimostra che due volte lo Stato si comporta in modo scorretto:
- quando non usa le tasse innazitutto per l’assistenza, la sicurezza ed il necessario sostentamento di tutti i suoi “sudditi”. Infatti, così facendo non ci considera suoi membri, come la dignità di ogni essere umano comporterebbe;
- quando, senza validi motivi, ruba i figli a una madre per darli a chi madre non è.

Si tratta di una iniqua violenza compiuta dallo Stato Italiano contro una giovane madre di 20 anni, i cui mezzi di sostentamento arrivano solo a 500€ e che ha supplicato le autorità di lasciarle tenere la sua tenera creatura.

La stessa informazione faceva presente che non esistevano alcuna altre motivazioni di inadeguatezza o di incapacità della madre di far crescere la sua bimba, anzi sottolineava che si tratta di un’ottima persona, matura, seria e di sani principi (servizio andato in onda sulla RAI3 alle h. 14.00).

Il primo dovere della società è quello di garantire la possibilità e sicurezza di vita a tutti i suoi membri, soprattutto attraverso le strutture di assistenza sociale, istituite perché sostentino ogni essere umano, anzitutto fisicamente e poi socialmente, conforme all’antico principio “primum vivere, deinde filosofare”.

La notizia che la televisione ci ha dato è stata subito seguita dal richiamo dell’obbligo di assistere e non abbandonare i cani e tutti gli animali randagi.

La bimba sottratta è stata considerata e trattata come un animale randagio, non abbandonata ma cacciata via dalla sua mamma e portata in un canile, cioè un’altra casa, dove ha trovato chi le darà la possibilità di vivere ancora.

Non si critica l’adozione, che comunque deve essere considerata solo un estremo rimedio ad un estremo male che non rientra nel caso trattato.

Lo Stato Svizzero, attraverso l’assistenza sociale, garantisce economicamente ogni famiglia costituita solo da madre e figlia, priva di mezzi di sussistenza: pagando viveri, alloggio e tutti i costi delle necessità di vita.

Il fatto stesso che la legge italiana permetta questi delitti, anche a livello regionale e locale, evidenzia ignoranza, incoscienza e scorrettezza umana, perché solo l’economia ha occupato tutti gli spazi della coscienza che mobilita ogni comportamento.

Anche qualora fosse l’unico atto discutibile, commesso o permesso dallo Stato italiano, dovrebbe farci vergognare di essere italiani.



Dott. G. Basso, psicologo e psicoterapeuta

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