giovedì 9 dicembre 2010

La Legge dei Padri



Sembra lontano oramai il tempo in cui i figli, nelle cause di separazione, erano affidati alle sole madri, anche se, ancora oggi, alcuni padri separati lamentano il fatto che alcuni giudici non applichino la Legge 54/06 sull’Affido Condiviso.

A dire il vero, ancor prima che tale legge fosse approvata, esisteva l’affido congiunto per quei coniugi che lo richiedevano insieme, in base alla normativa sul divorzio del 1970.

Prima del 2006, l’affido esclusivo a un solo genitore (di solito la madre) era una regola che limitava, di fatto, l’esercizio della potestà genitoriale dell’altro genitore “non affidatario”.

Alcune mamme, in passato, abusavano di questa sorta di “potere” concesso loro dalla Legge per ricattare sul piano affettivo ed economico i padri dei loro figli (oltre che ex mariti).

Ho rispetto per quei padri che, nonostante tutto (ho un parente che vive questa situazione) non hanno mai perso di vista il loro primario interesse: il benessere dei loro figli, non sottraendosi mai alle loro responsabilità affettive, educative ed economiche e non usandoli contro le loro ex consorti.

Naturalmente sto parlando dei padri meritevoli, un discorso a parte meritano i padri violenti o abusanti.

Sono convinta che, chi non nutre un vero interesse verso il proprio figlio, cerca ogni piccola scusa per sottrarsi alle sue responsabilità genitoriali (in primis quello economico!) e rifarsi un’altra vita.

Con l’introduzione del concetto di bigenitorialità voluto dai padri separati, solo ideologicamente le cose sono migliorate. Stando a questo concetto, infatti, "i figli continuano a vivere in modo alternato con ciascun genitore, mantenendo rapporti equilibrati con entrambi i genitori" anche dopo che essi si sono separati.

Sarebbe perfetto, se non fosse che…

Di solito una coppia, quando si lascia, lo fa perché è in conflitto.

Domando: E’ il bambino che deve mantenere un “equilibrio” tra i genitori separati? Come possono due genitori che non vanno più d’accordo, riuscire a giungere a compromessi nell’interesse del figlio senza coinvolgerlo nelle loro liti? Se sì, quanti sono in percentuale i genitori che ci riescono?

Io la vedo dura, non perché sono pessimista o catastrofista, ma perché troppo spesso, a prevalere nelle discussioni non è il buon senso che avrebbe fatto certamente da collante “prima” e avrebbe tenuto unita la coppia.

L’unico motivo per cui l’Affido Condiviso, secondo la L.54/06, non può essere applicato, è “quando il comportamento dell’altro genitore nei confronti del figlio è contrario all’interesse del minore stesso.
In questo caso, a essere limitata sarà soltanto la frequentazione ma non la capacità genitoriale di quel genitore”.

E ancora.

“La tenera età del minore, la lontananza fisica dei due genitori, la loro conflittualità (“se essi non si comportano in modo contrario all’interesse del figlio”), non sono considerati validi motivi per l’affidamento a un solo genitore”.

Qui mi sorgono altri dubbi…

In conformità a questi presupposti, un giudice può affidare un figlio a un solo genitore soltanto per motivi “gravi”. Dunque, per quale motivo a tale genitore debba essere preclusa la frequentazione del figlio ma gli si debba dare la possibilità di prendere decisioni importanti riguardanti la sua vita?

Per quanto riguarda la tenera età, invece, i neonati hanno un estremo bisogno del contatto della loro mamma e i papà che amano i loro figli, possono pazientare per qualche mese prima di pretendere di tenerli con sé per tante ore!

La conflittualità tra due genitori, anche se “singolarmente non si comportano in modo contrario all’interesse del figlio”, può essere dannosa alla crescita della prole, come avviene ad esempio quando i bambini assistono a scenate violente, a danneggiamenti o a comportamenti persecutori da parte di un genitore nei confronti dell’altro.

Secondo me, non si può applicare la stessa legge indistintamente a tutte le coppie che si presentano davanti al giudice della separazione.

Se le intenzioni di chi ha promosso la Legge sull’Affido Condiviso erano buone (…tutela essenzialmente la figura paterna!), non lo sono altrettanto quelle di quei padri che oggi la usano per fare la guerra alle loro ex mogli, traumatizzando i loro bambini.



http://usciamodalsilenzio.blogspot.com

3 commenti:

Anonimo ha detto...

La Legge ha da essere o non ha da essere Uguale per Tutti?

Anonimo ha detto...

Anche se so che non verrà pubblicato.

Le donne hanno lottato per anni per aver riconosciuto il diritto sacrosanto di essere trattate alla pari degli uomini e dia vere gli stessi diritti .
Una lotta del genere è stata possibile perchè al loro fianco avevano degli uomini che ritenevano giusta la loro battaglia.
Oggi ci sono uomini che si battonoper il diritto di vedere crescere i figli e non essere considerati solo dei bancomat .
Per nostra fortuna abbiamo al nostro fianco donne saggie che capiscono questa rivendicazione.

Voi non fate parte di questa categoria, siete il danno delle vostre sorelle
Mauro un papà separato che da anni non vede i figli ma chepaga regolarmente gli alimenti

Admin ha detto...

Complimenti Mauro, sei un padre meritevole!
Ti confido un segreto: anche io ero una delle tue "tante sorelle" prima che mi accorgessi delle "trappole" contenute nelle vostre leggi (esclusivamente a vostro vantaggio, peraltro!).
Affermare i propri diritti di padri non significa distruggere quelli delle madri per prenderne il posto.

P.S. Ho raccolto la tua provocazione "anche se so che non verrà pubblicato"...ciao ciao